sabato 12 settembre 2009

Emilio Notte futurista


SOLDATI IN AZIONE
1917 CA.
OLIO su CARTONE
59,5 x 40 cm

FIRMATO IN BASSO A DESTRA: "NOTTE FUTURISTA"
(fonte)

2 commenti:

smemorato ha detto...

Nel 1929, Napoli si impone come uno dei centri del secondo futurismo, grazie ai soggiorni di Marinetti e all’insegnamento di Emilio Notte, che ottiene la cattedra di pittura all’Accademia di Belle Arti. Entrambi hanno un peso determinante sulla formazione di Roehrssen, Leone e Piscopo, che sono ancora vivi e attivi, nonché sulle tendenze dei “circumvisionisti” Carlo Cocchia, Mario Lepore, Luigi Pepe Diaz, Paolo Ricci, Guglielmo Peirce e Antonio D’Ambrosio. Un recupero di tematiche futuriste si ravvisa nell’opera di alcuni artisti contemporanei, come Rino Volpe e Pasquale Forgione, che prediligono il dinamismo, la sintesi, la linea obliqua.
(http://www.marcodimauro.org/Conf.futurismo-28.04.03L.htm)

smemorato ha detto...

Notte, Leone, Roehrssen, Forgione quella 'rivoluzione dimenticata'
Repubblica — 11 febbraio 2009 pagina 9 sezione: NAPOLI

Il centenario futurista solletica orgogli e narcisismi regionali. Il futurismo ebbe una diffusione veramente popolare, grazie alla sua miscela di giovinezza, energia, creatività, coraggio, trasgressione e, se è vero che sconfinò dall' Italia e invase il mondo influendo sulle frammentarietà delle varie avanguardie, è anche vero che si inserì nelle realtà locali generando correnti, movimenti, piccoli gruppi, dove confluirono le più disparate suggestioni poetiche e pittoriche.
(...)
Il centenario poteva essere una buona occasione per ricordare i pittori futuristi napoletani, da Emilio Notte a Guglielmo Roehrssen, da Giuseppe Antonello Leone a Vittorio Piscopo, da Emilio Buccafusca fino a Pasquale Forgione. Sarebbe stato interessante salvarli dal naufragio della disattenzione. Furono artisti che aderirono al dinamismo che aveva cambiato il mondo e la percezione delle cose senza adottare stravaganze, deragliamenti e intuizioni degli artisti avanguardisti. Al contrario, il Futurismo entrò nelle istituzioni: Emilio Notte, a partire dal 1929, grazie all' insegnamento all' Accademia di Belle Arti, ne divenne il diffusore ufficiale, aiutato dai soggiorni di Marinetti tra Capri e Napoli. L' impatto che il Futurismo ebbe col Meridione fu studiato da Enrico Crispolti in una documentata mostra del 1980, al Palazzo Reale di Napoli, esplorando le regioni del Sud fino alla Sardegna e dimostrando che il Meridione non fu semplicemente terra di conquista. Provocò anche posizioni eretiche e geniali, come il "circumvisionismo" di Carlo Cocchia, Mario Lepore, Luigi Pepe Diaz, Paolo Ricci, Guglielmo Peirce e Antonio D' Ambrosio, che si opponeva alla banalizzazione estetizzante della macchina, del moderno, della guerra. Ma bisogna aggiungere che a Napoli, negli artisti più sensibili, lo smarrimento, l' isolamento, lo scetticismo, facevano crescere un senso di autocritica che era vicino alla perdita di fiducia in se stessi e alla rinuncia. Cos' era, infatti, in quegli anni il futurismo? Nell' Italia fascista si poteva solo conservare il ricordo di un sogno, forse il più conturbante del Novecento, quello di fare della vita quotidiana, e non solo della propria, un' opera d' arte: «Ricostruzione futurista dell' universo». Dove le strade e le insegne pubblicitarie, gli edifici e le automobili, le macchine dell' industria, gli uomini e le donne, gli oggetti per mangiare bere e arredare, la "reclame", le cartoline, il teatro, l' architettura, perfino il cafè chantant, formavano una sola opera d' arte in progress. Molti divennero "aereopittori", coccolati dalle ambizioni aerobelliche del regime. Marinetti dettava, come sempre, il nuovo indirizzo, "Spiralando sul golfo di Napoli" è una aeropoesia che guarda la città, il porto e il mare sorvolando il paesaggio in aeroplano. Marinetti ne registrò anche una versione per la radio, nel 1936. L' aeropittura non fu solo propaganda e gusto del nuovo mezzo di locomozione, essa gettò le basi per quei concetti di colore, suono, movimento, tempo e spazio che connotarono un' arte attenta alle «quattro dimensioni dell' esistenza», che darà origine allo Spazialismo di Lucio Fontana. - MARIO FRANCO
http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2009/02/11/notte-leone-roehrssen-forgione-quella-rivoluzione-dimenticata.html