venerdì 5 marzo 2010

Emilio Notte in museo a Napoli

Napoli, un museo per il ‘900

Napoli, futurista della prima ora e della seconda; Napoli neorealista, informale, tante volte sperimentale e ancora, culla di una creatività legata al sociale. Tutti i movimenti artistici che nel corso del '900 hanno scandito i tempi e raccontato la città di Partenope ed i nomi che questi percorsi hanno realizzato, saranno rappresentati nel nuovo museo che inaugurerà il 4 marzo negli spazi del Carcere Alto di Castel Sant’Elmo. “N.N”, ovvero “Napoli Novecento 1910/1980 per un museo in progress”. (Leggi tutto!)

3 commenti:

smemorato ha detto...

http://www.reportonline.it/2010030341344/cultura/
napoli-museo-del-900.html

smemorato ha detto...

All'inaugurazione, l'altro ieri, c'erano migliaia di visitatori. Un'attesa premiata. Una grande festa, che ha coinvolto gli artisti e, con loro, una fetta del meglio di Napoli. Ma perché questa galleria del Novecento, che sicuramente costituisce un fatto positivo, ed è dovuta all'intelligente tenacia della direttrice Angela Tecce nasce all'insegna del "non definitivo"? La risposta è molto semplice: perché delle oltre centocinquanta opere, tra le quali è sciamata la folla dell'inaugurazione, la gran parte è giunta al nuovo museo in comodato o in prestito, e il poco restante è stato dato in donazione. Nessuna delle opere è stata acquistata, perché - come è noto - il Ministero dei Beni Culturali è ai verbi difettivi e il Comune altrettanto (ma figuriamoci poi se tutta la truppa di assessori, e consiglieri e Sindaco poteva darsi tanto pensiero!). E poi perché - com'è risaputo - la Regione, guidata dal famoso Bassolino, ha contribuito soltanto con una lauta mancia, essendosi fin qui dedicata a elargire - con quote anche recenti - milioni di euro al Museo d'Arte Contemporanea Donna Regina, in acronimo il MADRE, uno dei musei meno visitati al mondo, abbondante anch'esso di opere date in comodato o in prestito, e gravato da vertiginose spese. Ha da sperare, il nuovo museo, nell'augurabile conferma della collaudata credenza per cui in Italia "ogni provvisorio diventa definitivo". Intanto, però, quadri e sculture sono là e testimoniano d'una creatività notevole che c'è stata in città dopo che ai primi del secolo scorso si spegnevano una a una le stelle di Gemito e di Mancini e sorgevano via via quelle nuove, di scultori come il semisconosciuto Raffaele Uccella (che piacque a Boccioni) o di pittori della generazione seguente, attivi nell'avanguardia, come i "Circumvisionisti" o come il solitario e ramingo caprese Castello. Fin poi agli anni Trenta inoltrati, e ai decenni successivi con i maestri dell'Accademia, che vennero da Roma o da altrove, come Emilio Notte, Mastroianni, Greco, Baj, Giuseppe Capogrossi: i quali formarono generazioni in cui brillarono e brillano in tanti, come Del Pezzo, Paladino, Persico. Ma ci sono poi - con Depero e altri - anche gli artisti che soggiornarono a lungo nelle "perle del Golfo". E tuttavia, si diceva con qualche ragione che alcuni nomi sono mancanti. "Qualche opera se ne andrà, qualche altra verrà" - obiettava la Direttrice. Comunque, ce ne sono parecchie di importanti, tirate fuori dal buio: come i due dipinti tra i più grandi del museo, "Primo Maggio" di Notte e "Nella funicolare" di Chiancone, eccellenti prove del realismo. In conclusione, vale una visita, e forse anche un ritorno, questo singolare museo "in progress" messo insieme in meno d'un anno e, come dicono a Napoli "friggendo il pesce con l'acqua", cioè senza soldi, o quasi.

(Il Tempo)

smemorato ha detto...

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