giovedì 1 aprile 2010

Il figlio scrive di Emilio Notte

Riccardo Notte, Emilio Notte. La vita, le opere
Questo libro ripercorre le tappe dell’attività artistica e culturale del pittore Emilio Notte, nato a Ceglie Messapica nel 1891, morto nel 1982 a Napoli dove aveva a lungo vissuto e insegnato nell’Accademia di Belle Arti.
Molte sue opere sono presenti in musei e pinacoteche in Italia e all’estero. Fra queste la Galleria d’Arte Moderna di Roma e di Bologna, Palazzo Pitti a Firenze, il Quirinale.
Con un inserto a colori con le opere e le foto dell’artista.
fr dettaglio

Supplemento al n. 252 del mensile "l’immaginazione"

Riccardo Notte, laureato in Filosofia presso l’Università di Napoli Federico II si è occupato di logica e di linguistica sotto la guida del professor Michele Malatesta. Nel 1988 entrò nella redazione di “Mass Media”. Dal ’97 è docente di Antropologia culturale presso l’Accademia di Belle Arti di Milano. È stato collaboratore dei quotidiani “Il Tempo”, “L’Indipendente” e “Roma”, nonché di numerosi periodici d’arte, fra cui il “New York Arts Magazine” e “Terzo Occhio”. Attualmente scrive per “Ideazione”, “Juliet” e “Simultaneità”. Fin dal ’90 si è interessato di estetica e antropologia dei mondi virtuali. È autore dei volumi Millennio virtuale (Roma, 1996), La razza stellare (Roma, 1999) e La condizione connettiva (Roma, 2002). Ha partecipato, in varie regioni d’Italia, alla realizzazione di rassegne d’arte promosse da enti pubblici. Clicca qui!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Emilio Notte la vita e le opere passate in rassegna

La prima biografia critica dell’artista cegliese pubblicata dal figlio Riccardo per i tipi di Manni Editore

di PIERAPAOLO FAGGIANO (GDM)

Dopo il sito web, ricco di aneddoti e testimonianze sulla sua vita, realizzato su iniziativa dell'Amministrazione Federico ( www.gam-emilionotte.it  ), il libro.
Esce in questi giorni, edito da Manni, «Emilio Notte. La vita, le opere», prima biografia ufficiale che cerca di mettere ordine nella vita artistica e culturale del pittore Emilio Notte, curata dal figlio Riccardo. Un'operazione che si inserisce in un processo più ampio di valorizzazione del celebre pittore futurista (ma inserirlo solo in questo filone è riduttivo, come si evince dalla lettura del libro), come si sa nato a Ceglie nel 1891 e molto legato alla cittadina messapica (tanto da farle dono di dieci opere, oggi collocate nella Pinacoteca che porta il suo nome).
«Affrontare una biografia pone sempre alcuni problemi al suo estensore - spiega l'autore, docente di Antropologia culturale presso l'Accademia di Brera -. Ogni profilo è frutto di interpretazioni, di punti di vista, anche perchè l'orizzonte temporale del biografo è inevitabilmente diverso dall'oggetto della sua indagine. Nel caso in cui l'estensore sia anche figlio del biografato possono sorgere ulteriori inconvenienti. C'è il rischio di cadere nell'aneddotica, emozioni e ricordi possono deviare in situazioni impervie a danno dei fatti essenziali che devono guidare la ricostruzione storica. Perciò si è dato spazio soprattutto ai documenti, che, nel caso dell'artista, sono costituiti in primo luogo dalle opere, ma anche dalle testimonianze e dai materiali d'archivio».
La stesura del libro ha richiesto un paio di mesi ma la preparazione è frutto di circa vent’anni di ricerche.
Ricerche difficili e laboriose, durante le quali l’ostacolo principale – asserisce Notte – è stato proprio il padre, che «associava alla manifesta caratura artistica una inspiegabile “leggerezza” caratteriale: nel senso che egli tendeva a non credere nella memoria storica, e meno che mai nella notorietà, almeno nell’accezione che noi oggi, immersi da cinque secoli nella civiltà della stampa e da vari millenni in quelli della scrittura attribuiamo alla parola “memoria”».
Notte conservava poco o niente delle cose che lo riguardavano (articoli di giornale o cataloghi delle mostre cui partecipava), vezzo che ha reso difficile (ma non impossibile) ricostruire la sua carriera. Diviso il 11 capitoli, il libro ha il pregio di collocare il maestro tra i grandi pittori del ‘900, affascinato, si diceva, solo in parte dal movimento futurista.
Man mano che negli anni Venti il Futurismo andava attenuando l'impeto degli anni della Grande Guerra, e la pittura italiana andava rinunciando in parte alle sue istanze di avanguardismo, Emilio Notte rielaborava le sue linee espressive, un po’ facendo tesoro delle tendenze che man mano si susseguivano (cubismo, espressionismo tedesco, ecc), ma anche mediando con qualche rilettura dell'impressionismo f r a n c e s e.
Un’opera, questa fresca di stampa, che certamente indurrà riflessioni e contribuirà a conoscere meglio la pittura italiana del «secolo breve».

smemorato ha detto...

Grazie per aver postato questo interessante articolo, illustra molto bene il libro.