mercoledì 1 ottobre 2008

C'era una volta Emilio Notte. Napoli l'ha dimenticato, Lecce no

"Ritorno da Vulcano" olio su tela 70x100 cm 1965. In esposizione nella galleria MarcianoArte

Alcuni anni fa, a Ceglie Messapica, in Puglia, si tenne un convegno di studi su Emilio Notte inserito nel quadro del Futurismo italiano. Dagli atti di quel convegno, oggi sta per essere pubblicato, in collaborazione con l'Università di Lecce, un libro davvero scientifico, cui hanno partecipato insigni studiosi di questo Movimento che fu una gloria indiscussa del nostro Novecento.

Il grande volume comprende anche illuminanti saggi di Gino Agnese, presidente della Quadriennale di Roma, Enrico Crispolti, il più autorevole esperto del Futurismo in arte, del professor Antonio Giannone dell'Università di Lecce, nonché due lunghe interviste raccolte e trascritte da Michele Ciracì, in cui Emilio Notte racconta la sua vita, e scritti inediti del Maestro risalenti agli anni dal 1915 al 1920, tuttora conservati nell'archivio di Primo Conti, dove sono raccolti i più importanti documenti del Futurismo. Fin qui nulla di strano: Notte è uno dei grandi esponenti del Futurismo, e un tale riconoscimento gli è dovuto. Il dato interessante è che sia la Puglia a manifestare attenzione sulla sua opera. Perché Notte, a Ceglie Messapica, vi nacque soltanto, e a Lecce non c'è mai stato, né come artista né come semplice turista. Egli, infatti, svolse la sua attività di do cente e artista a Milano, Firenze, Venezia, Roma e infine a Napoli. Eppure è la Puglia che lo ricorda con orgoglio, consapevole del fatto che il suo nome è una gloria per l'intera regione. Rallegra il cuore che in qualche parte dell'Italia si coltivi la memoria di personaggi illustri. Dovremmo prenderne esempio anche noi napoletani, perché Emilio Notte, a Napoli, tenne la cattedra di Pittura all'Accademia di Belle Arti per oltre quarant'anni e per un decennio ne fu anche direttore. Ma non ce lo ricordiamo più. Eppure egli è la figura chiave nel panorama artistico della nostra città.
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1 commento:

smemorato ha detto...

Grazie Pino, questo articolo è già presente in archivio, comunque è sempre bene ricordare.