martedì 2 dicembre 2008

Maria Palliggiano

Il film "Ossidiana" di Silvana Maja è un ritratto a tinte forti di Maria Palligiano l’avanguardista, che morì suicida.

È un abito rosso a raccontare Maria Palliggiano, un abito rosso indossato per uno dei rari ritratti che Emilio Notte le fece. Un accessorio ingombrante e stonato con il quale la regista, Silvana Maja, apre il film dedicato alla pittrice napoletana scomparsa nel 1969. La pellicola, prodotta da Artimagiche e tratta dall’omonimo libro edito da Voland (...) Ossidiana, questo il titolo, richiama la pietra nera di Vulcano, fragile come un gioiello e forte come un’arma: sintesi perfetta della pittrice stessa. Una vita tormentata, una donna che non seppe districarsi tra i ruoli che le furono imposti, moglie, amante, madre, e la disperata volontà di affermare ciò che realmente si sentiva, un’artista. Siamo nella Napoli degli Anni 60, la Grande Storia entra con forza nei racconti di sei giovani avanguardisti che, nella splendida accademia di via Costantinopoli, cercano una strada percorribile per la loro ispirazione. Si guarda con malinconia alla fine del cubismo, del futurismo, della metafisica; si legge Pratolini e Calvino, si viene a sapere di Kennedy, il Vietnam, le stragi e i conflitti sociali. Non c’è spazio per l’astrattismo ma nemmeno c’è più spazio per il figurato. In cima al Vesuvio si impugna un nuovo manifesto al grido di siano le nostre opere meteore, lava e lapilli, polvere cosmica, carburo in ascensione, strade di violente traiettorie, di sensazioni rutilanti, zolfo, fosforo e mercurio. (…) L’astrattismo è vecchio, e fete chiù e me! (Puzza più di me). Mario Persico, Luigi Castellano, Lucio Del Pezzo, Bruno Di Bello, Sergio Fergola, firmano il programma promosso da Mario Colucci. Maria Palliggiano è protagonista e spettatrice; è una rivoluzionaria attraente, sensuale, speciale, ma è intoccabile. È la favorita del Maestro, nonostante le si riconosca un grande talento, non le è concesso di prendere parte ai nuovi fermenti. Resta ai margini, suo malgrado. Il Gruppo 58 supera i confini partenopei, si collega al Movimento Nucleare di Enrico Baj, ai gruppi Phases di Parigi, Spur di Monaco e Boa di Buenos Aires. Napoli soffoca, è troppo stretta, il mondo è troppo stretto. Gli artisti partono, tornano, espongono. Le biennali e i premi si succedono. Maria, con la valigia pronta, ha provato a lasciare la città per raggiungere il suo fidanzato a Berlino. Voleva trovare l’arte e la libertà tanto agognate, ma il maestro non ha lasciato che partisse. È ancora la sua allieva preferita, la sua amante, avranno un figlio e più tardi sarà sua moglie: “Era una ragazza molto fragile che trovò più che una sponda nel vecchio professore. Emilio Notte, del resto, era un uomo buono e sensibile, ironico, noto per avere partecipato alle avanguardie degli anni Venti, amato da tutti. In lui la pittrice trovò un conforto che presto si trasformò in una trappola. Tutto ciò che faceva, anche nell’arte, veniva poco apprezzato. Lo stesso Notte (nel film Renato Carpentieri) si rifiutava di promuoverla temendo di essere criticato. Ben presto divenne un’artista da stanza, a nessuno concedeva di vedere le sue opere, una scelta che aumentò in lei frustrazione e disistima” racconta la Maja. Un profilo complesso quello della pittrice partenopea, mentre in accademia sperimentavano, lei era la sua stessa arte: Noi abbiamo dentro voragini, fuochi nel cuore e nel corpo che ci allagano e ci avviluppano. Abbiamo tormenti e paure che non si riconoscono in nessuna forma codificata. Non c’è condivisione d’intenti. Contrariamente al maestro, Maria descrive, inascoltata e disperata, i suoi tormenti e le sue visioni: “Seguo questa storia dal 1996, anno in cui vidi una sua retrospettiva che mi colpì moltissimo. Colori accesi, scene cruente, incubi e maschere tragiche: una pittura difficile da dimenticare e tuttavia ignorata, sia negli anni in cui venne prodotta che oggi. Mi addolorò moltissimo non averne mai sentito parlare, non averla mai cercata, come fossi anch‘io parte di una comunità omertosa. Me ne occupai ad ampio raggio intervistando tutti i suoi amici, leggendo materiali di psichiatria e di sociologia, ritratti scomodi della Napoli del tempo. Cominciai a scrivere il romanzo solo dopo parecchi mesi”. Il libro e il film hanno un linguaggio e una tensione diverse, come se raccontassero, in alcuni passaggi, due donne differenti: “Ero furente con chi le era stato più vicino, li ritenevo tutti, esclusa la madre, responsabili della sua malattia e del suo suicidio- aggiunge la regista- Il film è stato un distacco da quella prospettiva così viscerale. L’intimità morbosa, le forti tinte del libro, tutto incentrato sulla psicologia, si è trasformata in colori più pastellati, in una materia più sociale, più aperta. Nel 2006, quando mi sono trovata sul set, ho deciso di raccontare semplicemente la storia di una ragazza che voleva fare la pittrice e non riusciva a far comprendere la sua individualità. La grazia di Teresa Saponangelo, la sua interprete, mi ha aiutato molto. Quella del film è una ragazza meno scomoda, più normalizzata, non chiusa in un universo schizofrenico e psichiatrizzato. Non volevo innescare quel compatimento per l’artista incompreso, quella facilità con cui l’opinione comune liquida la diversità”. A trentasei anni, dopo ripetuti tentativi di suicidio, Maria Palliggiano muore. Oggi con il film, la presentazione del catalogo ufficiale e mostre itineranti, si torna a parlare di lei: L’arte ha bisogno di tempi lunghi, così era solita consolarsi nelle chiacchierate tra amici.

fonti:
testo tratto da Il Riformista (5/12/07), immagine tratta da http://www.ossidianafilm.it/ITA/OF.htm

11 commenti:

Anonimo ha detto...

anche vincenzo Mollica ha realizzato un servizio in merito, l'ho visto qualche settimana fà nella sua rubrica DoreCiakGulp. Mentre descriveva la storia del film, non vi nascondo la gioia a sentire il nome di Emilio Notte.

smemorato ha detto...

purtroppo la storia è triste

Anonimo ha detto...

io ho visto il film ieri a firenze

devo dire che l'ho percepito come un'occasione mancata di entrare più nel merito della produzione artistica, dell'avanguardia, di raccontare e spiegare un po' di più quello che è un periodo artistico che non arriva al grande pubblico.

la regista, capisco abbia voluto soffermarsi più sul dramma umano e personale di maria, ma senza voler togliere nulla alla sua storia, ho pensato che potesse renderla unica approfondendo i suoi intenti di artista, il suo non voler essere artigiana...

grazie per gli approfondimenti

smemorato ha detto...

credo sia un destino infame povera Maria, la sua arte in secondo piano, sempre

Anonimo ha detto...

ho appena visto il film e sono ancora emozionata.
non ho competenze per valutare l'opera film, ne ne ambizioni per esprire pareri sull'opera della pittrice, ma sono grata al film per avermi dato la possibilita' di avvicinarmi al dolore di mia nonna, vittima della idiozia medica del tempo: distruggere una persona con la corrente elettrica...... immaginare di distruggergli i sogni, i lampi di genio o sperare di tenere a bada la tristezza con gli elettroshock e' stato davvero criminale.
il film ha reso oltre al disagio della vita anche le immagini di una mente spezzata

smemorato ha detto...

a volte la scienza è scellerata

Anonimo ha detto...

a questo link c'è il servizio inserito in DoreCiakGulp di cui parlavo

smemorato ha detto...

Grazie per i prezioso contributo.

smemorato ha detto...

Venerdì 4 in Piazza Vecchia a Ceglie Messapica: alle ore 20:00 mostra di stampe futuriste; alle 20:30 la proiezione di "Ossidiana", il film sulla vita e sull'arte di Maria Palligiano, la donna che ha condiviso un pezzo di strada con Emilio Notte (fonte .
http://cegliedestra.splinder.com/post/21215940/II+Festa+del+Popolo+Cegliese)

Alessandra ha detto...

grazie per il post. difficilmente riesco a trovare su internet informazioni su maria palliggiano. l'altro ieri il film Ossidiana è stato proiettato in accademia, presentato dalla regista e da altri che vi hanno lavorato. mi sono emozionata tantissimo, non posso dirl a parole.
il film sarà proiettato di nuovo il 14 e il 15 dicempre al cinema La perla Napoli (fuorigrotta).

questo è il nuovo link del servizio di do re ciack gulp in cui il film è citato http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-32d5140b-ac37-4806-b6e5-2eb6dd35c11a.html

smemorato ha detto...

Grazie a te Alessandra, per il contributo, ripassa, di tanto in tanto aggiorno il blog.