Raffaele Nigro (Melfi, 9 novembre 1947) è uno scrittore e giornalista italiano.
Pur essendo lucano di origine, vive e lavora a Bari, dove è giornalista per la sede regionale RAI. I suoi primi scritti e le sue prime opere sono stato pubblicate nel 1975; si trattava di poemi in dialetto lucano in cui si narravano vicende e tradizioni della sua regione. Successivamente ha pubblicato i risultati della sua ricerca sulla cultura lucana. Proseguendo i suoi studi culturali come mezzi di riflessione sul problema del sud. Infatti ha scritto saggi su Antonio Persio e Bernardino Telesio, Vincenzo Porfido, Bruno Carlucci e Rocco Scotellaro ed antologie dei poeti del sud della seconda metà del ventesimo secolo.
Nel 1980, Nigro ha fatto il suo debutto come drammaturgo con Il Grassiere, che è stato allestito nel teatro di Abeliano di Bari. Altre opere drammatiche importanti sono: Il santo e il Leone di Hohenstaufen e Bande e Discarica. Le due opere citate sono stati messe in scena nel 1986 dal gruppo di Giorgio Albertazzi. Per ciò che riguarda la poesia ha pubblicato: La metafisica come scienza. Questo poema analizza e sperimenta la lingua dei mass-media e la trasformazione della cultura contemporanea. Altre opere sono: una raccolta di racconti A certe ore del giorno e della notte nel 1986 e I fuochi del Basento (un romanzo storico che ha vinto i premi di Napoli e Campiello nel 1987); La baronessa dell'Olivento (1990), Ombre sull'Ofanto (1992) e Dio di levante (1994). Nel 1975, Nigro e un gruppo dei poeti di pugliesi hanno fondato un movimento detto: Interventi culturali dell'avanguardia.
Nigro può essere considerato uno scrittore sperimentale; ma non appartiene al gruppo degli avanguardisti. Invece, Nigro è fra i pochi scrittori che intraprendono una guerra reale per il rinnovamento nella lingua e nel pensiero. Il suo lavoro è tipico di uno scrittore (e di un uomo) che è intransigente e che si sforza di bloccare l’inespressibile ed oltrepassare l'oppressione della cultura dominante inventando una nuova tipologia letteraria in rotta di collisione con il convenzionale. Va oltre le formule del realismo, e ama inventare la sua propria forma letteraria e con contenuti non contaminati, integrali, vari. I suoi veicoli sono metafore, le allitterazioni, la trasgressione.
Il 12 aprile 2005 l'Università degli studi di Foggia gli ha conferito la laurea honoris causa in Lettere e Filosofia.
Per il cinema ha sceneggiato il Viaggio della sposa, regia di Sergio Rubini; La luna nel deserto, regia di Cosimo Damiano Damato, film d'animazione liberamento ispirato al romanzo Desdemona e Cola cola edito da Giunti. (fonte Wikipedia)
per chi ama il futurismo ricordo un appuntamento nel Salento tra pochi giorni:
31 agosto 2008, ore 20.30 Otranto (LE), Sala Triangolare del Castello Aragonese Anti-conferenza net.futurista con Antonio Saccoccio, Gianluigi Giorgetti, Claudio Giannetta, Elio Paiano
Nato a Ceglie ma formatosi in Toscana, allievo di Fattori e De Carolis, Notte entra subito in contatto con gli ambienti lacerbiani, anche se non lega molto con Soffici, e nel 1916 lo troviamo, sia pure in posizione minoritaria e distinta, nel gruppo de L'Italia Futurista, la cosiddetta «Pattuglia azzurra» che surrogò a Firenze la defezione di Papini, Soffici e Palazzeschi dal Futurismo e diede vita al «secondo Futurismo fiorentino» (da non confondere col Secondo Futurismo tout court, che parte dagli Anni Venti).
Per me l’arte è superiore alle scienze, alla storia... considero l’arte come suprema. Essere un artista è una cosa bella. Mi piace essere definito artista, al di là di ogni gratificazione materiale.
20 Febbraio 1909 Manifesto iniziale del Futurismo di F. T. Marinetti, pubblicato sul Figaro di Parigi.
1. Noi vogliamo cantare l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità. 2. Il coraggio, l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia. 3. La letteratura esaltò fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi e il sonno. Noi vogliamo esaltare il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto mortale, lo schiaffo ed il pugno. 4. Noi affermiamo che la magnificenza del mondo si è arricchita di una magnificenza nuova: la bellezza della velocità. Un automobile da corsa... è più bello della "Vittoria di Samotracia". 5. Noi vogliamo inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta attraversa la Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita. 6. Bisogna che il poeta si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico fervore degli elementi primordiali. 7. Non v'è più bellezza se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo. 8. Noi siamo sul promontorio estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo sfondare le misteriose porte dell'Impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna velocità onnipresente. 9. Noi vogliamo glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si muore e il disprezzo della donna. 10. Noi vogliamo distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica o utilitaria. 11. Noi canteremo le grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne; canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di serpi che fumano; le officine appese alle nuvole pei contorti fili dei loro fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al sole con un luccichio di coltelli, i piroscafi avventurosi che fiutano l'orizzonte, le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie, come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli aeroplani la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire come una folla entusiasta.
È dall'Italia, che noi lanciamo pel mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria, col quale fondiamo oggi il FUTURISMO, perché vogliamo liberare questo paese dalla sua fetida cancrena di professori, d'archeologhi, di ciceroni e d'antiquarii [... ].
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Raffaele Nigro (Melfi, 9 novembre 1947) è uno scrittore e giornalista italiano.
Pur essendo lucano di origine, vive e lavora a Bari, dove è giornalista per la sede regionale RAI. I suoi primi scritti e le sue prime opere sono stato pubblicate nel 1975; si trattava di poemi in dialetto lucano in cui si narravano vicende e tradizioni della sua regione. Successivamente ha pubblicato i risultati della sua ricerca sulla cultura lucana. Proseguendo i suoi studi culturali come mezzi di riflessione sul problema del sud. Infatti ha scritto saggi su Antonio Persio e Bernardino Telesio, Vincenzo Porfido, Bruno Carlucci e Rocco Scotellaro ed antologie dei poeti del sud della seconda metà del ventesimo secolo.
Nel 1980, Nigro ha fatto il suo debutto come drammaturgo con Il Grassiere, che è stato allestito nel teatro di Abeliano di Bari. Altre opere drammatiche importanti sono: Il santo e il Leone di Hohenstaufen e Bande e Discarica. Le due opere citate sono stati messe in scena nel 1986 dal gruppo di Giorgio Albertazzi. Per ciò che riguarda la poesia ha pubblicato: La metafisica come scienza. Questo poema analizza e sperimenta la lingua dei mass-media e la trasformazione della cultura contemporanea. Altre opere sono: una raccolta di racconti A certe ore del giorno e della notte nel 1986 e I fuochi del Basento (un romanzo storico che ha vinto i premi di Napoli e Campiello nel 1987); La baronessa dell'Olivento (1990), Ombre sull'Ofanto (1992) e Dio di levante (1994). Nel 1975, Nigro e un gruppo dei poeti di pugliesi hanno fondato un movimento detto: Interventi culturali dell'avanguardia.
Nigro può essere considerato uno scrittore sperimentale; ma non appartiene al gruppo degli avanguardisti. Invece, Nigro è fra i pochi scrittori che intraprendono una guerra reale per il rinnovamento nella lingua e nel pensiero. Il suo lavoro è tipico di uno scrittore (e di un uomo) che è intransigente e che si sforza di bloccare l’inespressibile ed oltrepassare l'oppressione della cultura dominante inventando una nuova tipologia letteraria in rotta di collisione con il convenzionale. Va oltre le formule del realismo, e ama inventare la sua propria forma letteraria e con contenuti non contaminati, integrali, vari. I suoi veicoli sono metafore, le allitterazioni, la trasgressione.
Il 12 aprile 2005 l'Università degli studi di Foggia gli ha conferito la laurea honoris causa in Lettere e Filosofia.
Per il cinema ha sceneggiato il Viaggio della sposa, regia di Sergio Rubini; La luna nel deserto, regia di Cosimo Damiano Damato, film d'animazione liberamento ispirato al romanzo Desdemona e Cola cola edito da Giunti. (fonte Wikipedia)
ottimo blog per un ottimo artista.
per chi ama il futurismo ricordo un appuntamento nel Salento tra pochi giorni:
31 agosto 2008, ore 20.30
Otranto (LE), Sala Triangolare del Castello Aragonese
Anti-conferenza net.futurista
con Antonio Saccoccio, Gianluigi Giorgetti, Claudio Giannetta, Elio Paiano
http://www.netfuturismo.it/anticonferenza_otranto.php
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