venerdì 19 settembre 2008

celebreremo il futurismo

Come, forse, qualcuno di voi ricorderà ho, qualche settimana fa, cominciato a gestire un blog interamente dedicato al pittore Emilio Notte nato a Ceglie e che a Ceglie donò una piccola e non trascurabile porzione della sua opera conservata nell'omonima pinacoteca. In base ad alcune ricerche in rete ho scritto una breve biografia dell'artista pubblicata sul citato blog. Il mio modesto lavoro è ora pubblicato anche nella futurismopedia contenuta nel sito netfuturismo che si occupa di neo futurismo e che vuol celebrare degnamente il prossimo centenario di quel movimento culturale, il futurismo, a cui il nostro pittore, partecipò agli inizi della sua lunga carriera. Chi di voi volesse aggiungere particolari nuovi e indicarmi fonti bibliografiche da cui attingere notizie per aggiornare il blog e la biografia mi farà cosa molto gradita.

emilio notte

10 commenti:

Antonio Saccoccio ha detto...

celebreremo il Futurismo rinnovandolo e ridando fiato alle giuste e sacrosante battaglie di Marinetti e compagni.

celebreremo ma non mummificheremo MAI il Futurismo, che sarà sempre una palestra di geniale creatività.

ad futurum

smemorato ha detto...

Giusto, non dimenticare radici e tradizioni è da sempre la base delle avanguardie durature!

ad futurum!

Anonimo ha detto...

ma il futurismo era fascista

smemorato ha detto...

Il futurismo si colloca sull'onda della rivoluzione tecnologica dei primi anni del '900 (la Belle époque), esaltandone la fiducia illimitata nel progresso e decretando violentemente la fine delle vecchie ideologie (il passatismo). Per esempio, Marinetti esalta il dinamismo, la velocità, l'industria, perfino la guerra intesa come "igiene del mondo", identificando nel Parsifal wagneriano (che proprio in quegli anni cominciava ad essere rappresentato nei teatri d'Europa) il simbolo artistico del passatismo e della decadenza.
Che qualche rappresentante del movimento nel suo percorso di vita abbia abbracciato il nascente fascismo, vuole secondo te anonimo annotatore, che quel movimento di progresso sia stato fascista?

smemorato ha detto...

"Avevamo vegliato tutta la notte - i miei amici ed io - sotto lampade di moschea dalle cupole di ottone traforato, stellate come le nostre anime, perché come queste irradiate dal chiuso fulgore di un cuore elettrico."
Con queste parole il 20 febbraio 1909 sulle pagine del quotidiano Le Figaro fece la sua apparizione il Manifesto di fondazione del Futurismo.
Il Futurismo, movimento d'avanguardia di matrice tutta italiana, scaturito dalla coraggiosa intuizione di Filippo Tommaso Marinetti, si proponeva di sovvertire l'ordine di tutte le arti e di portare la vita sociale ad una più appropriata sensibilità nei confronti del suo tempo, caratterizzato dal progresso tecnologico e dalle nuove scoperte scientifiche.

L'intento del futurismo era quello di svecchiare la concezione della vita e dell'arte dominanti in Italia, avversando il classicismo e tutti i rimpianti che esso comportava negli ambienti artistici, e imponendo l'amore per le macchine, la tecnologia e la velocità.

"I figli della generazione attuale, che vivono fra il cosmopolitismo, la marea sindacalista e il volo degli aviatori sono come abbozzi dell'uomo moltiplicato che noi prepariamo."

Fin dalla pubblicazione del primo Manifesto il movimento irruppe con una carica provocatoria verbalmente violenta e polemizzò su tutte le regole sociali ed accademiche.

I primi a rispondere all'appello lanciato da Marinetti furono Umberto Boccioni, Luigi Russolo, Giacomo Balla, e Gino Severini, che nel 1910 scrissero il "Manifesto tecnico della pittura futurista".

Furono proprio i manifesti programmatici a conferire al futurismo una spina dorsale, ed a chiarirne gli innovativi concetti con i quali si proposero di ricostruire una nuova sensibilità verso la vita. Questi scritti, espressamente tecnici, talvolta ironici e provocatori, riuscirono ad insinuarsi nell'immaginario di molti altri artisti, che in un primo momento furono ostili a cambiamenti così radicali, ed a creare un contatto fra il popolo e l'arte.

L'avanguardia futurista fu la più poliedrica e prodiga nella ricerca e nella produzione di tutte le arti, (senza trascurarne nessuna, nel '17 non mancarono neppure le sperimentazioni cinematografiche) dell'architettura, della fotografia, del costume, della politica, e della culinaria.

Marinetti si mostrò estremamente creativo nello studiare espedienti che concentrassero l'attenzione del pubblico verso le attività del gruppo, dimostrandosi un originale precursore della pubblicità creativa, e carpendo l'interesse delle masse anche all'estero, dove promosse mostre e conferenze.

Un modo irruento ed un frasario violento caratterizzarono il modus operandi dei futuristi, il quale non mancò di creare sbigottimento, ma dopo un breve periodo di contestazioni e scetticismo molti, soprattutto fra i giovani artisti, aderirono al movimento che, per definizione del suo stesso fondatore, era: "... un movimento anticulturale, antifilosofico, di idee, di intuiti, di istinti, di schiaffi, pugni purificatori e velocizzatori. I futuristi combattono la prudenza diplomatica, il tradizionalismo, il neutralismo, i musei, il culto del libro."

Nonostante un ostentato maschilismo, in Italia, il futurismo pose le basi per il diritto al voto delle donne, e la loro partecipazione alla vita politica, con l'intento di svecchiare l'arcaico parlamentarismo, e demolire le idee preconcette della "donna madre" e della "donna fatale". Due delle donne che più delle altre lasciarono segni indelebili all'interno dell' avanguardia furono Valentine De Saint Point, autrice del Manifesto della donna futurista, e del Manifesto della Lussuria, e la pittrice e poetessa Benedetta Cappa, che sposerà Marinetti nel 1923.

Oltre ai manifesti, le serate teatrali riuscirono ad amplificare questa rivoluzione culturale, culminando in spettacoli volutamente caotici e provocatori in cui si dava mostra contemporaneamente di letture di poesie futuriste, musica rumorista, e pittura dinamica. Spesso queste serate davano origine a tumulti ideologici tra i difensori dell'accademismo classico ed i futuristi e i suoi simpatizzanti, culminando con l'intervento delle forze dell'ordine impegnate a sedare gli animi più accesi di entrambe le parti procedendo con arresti e denunce.

Nella letteratura il futurismo si impose con le "Parole in libertà", invenzione del suo fondatore che, molto attento nel ricercare nuove forme di comunicazione, per contestare la lingua e le poetiche tradizionali, creò un linguaggio sintetico che sostituiva alla normale sintassi e punteggiatura un linguaggio molto asciutto, incrementato dalle onomatopee, dagli acrostici e dai simboli, eliminando il più possibile articoli e congiunzioni. Dai poemi marinettiani Zang Tumb tumb, e Battaglia + peso + odore , e dalle tavole Parolibere di Govoni se ne evince l'esempio concreto.

Nella pittura e nella scultura gli artisti futuristi concepivano le loro opere tenendo conto della plasticità e del movimento in tutto il loro dinamismo, e con un particolarmente attento uso del colore. Per quanto riguarda la musica, i musicisti futuristi sfruttarono i suoni ed i rumori delle metropoli e dei cantieri per esprimere la forza costruttiva industriale inventando alcuni strumenti denominati "Intonarumori".

Grazie a dei cicli di conferenze in Russia negli anni '10, e all' organizzazione di mostre in Francia e Cecoslovacchia, in poco tempo la fama del futurismo fece il giro del mondo, arrivando a portare il suo stile innovatore oltre che in tutta Europa, anche in America e Giappone, fomentando la creazione di alcune branche dell'avanguardia, come l' egofuturismo, cubofuturismo, il raggiofuturismo, ed il futurismo russo.

Allo scoppio del primo conflitto mondiale i futuristi si dichiararono accesi interventisti ed all'inizio delle ostilità partirono volontari per il fronte. A causa della guerra alcuni di loro perirono chiudendo quello che gli storici delle avanguardie definiscono: il periodo del "primo futurismo" periodo più creativo del movimento.

A guerra finita il movimento diede vita alle associazioni dei Fasci Futuristi ed i suoi Manifesti politici influenzarono Mussolini così tanto che egli fece suoi molti dei punti programmatici, ed alla riunione dei Fasci dei combattenti il futuro duce si avvalse della collaborazione propagandistica dei futuristi, i quali a loro volta sperarono di veder attuate le loro rivendicazioni. Il futurismo politico era caratterizzato da atteggiamenti antimonarchici e anticlericali, e dall'idea di: "cancellare il fastidioso ricordo della grandezza romana, per sostituirla con una grandezza italiana cento volte maggiore". Proprio questi punti si rivelarono i maggiori motivi d'attrito tra i futuristi ed il futuro regime, che rinsaldò i rapporti con monarchia e clero, e ripropose al popolo un' estetica fatta di miti classici greci ed in particolar modo della Roma Imperiale. Già nel 1920 Marinetti e molti futuristi presero le distanze dal fascismo accusandolo di passatismo. Nonostante questa presa di posizione Mussolini tenne sempre un atteggiamento riguardoso nei confronti del suo leader e del movimento, promuovendolo ad arte di stato,e conferendo a Marinetti, nel 1929, la carica di Accademico d'Italia.

Nel corso di tutti gli anni 20 e 30 il futurismo continuò la sua ricerca stilistica e comunicativa nell'arte, prodigandosi maggiormente nella danza, nel teatro sintetico, e nella culinaria.

Sempre in quel decennio alcuni degli artisti del movimento tornarono a dedicarsi al classicismo, mentre altri diedero vita a nuovi stili e sperimentazioni.

Con lo sviluppo dell'aviazione si diede vita all'aeropoesia e all' aeropittura, gli autori stimolati dai voli aeronautici riportavano su carta e su tela le sensazioni e le prospettive del volo aeronautico.

Se si volesse cercare una data conclusiva dell'avventura futurista, essa potrebbe rinvenirsi nel 2 dicembre del 1944, all' unisono con la data di morte del suo fondatore. Nonostante un lunghissimo periodo di ostracismo messo in atto da critici poco accorti, che hanno ingiustamente legato il movimento d'avanguardia al fascismo in ogni sua componente, e che hanno erroneamente analizzato le dichiarazioni più provocatorie del futurismo in tema di maschilismo e militarismo, l'influenza futurista non ha mai cessato di esistere nell'arte e nella comunicazione mondiale. Non è azzardato affermare che la Pop Art, la musica elettronica, la pubblicità, la grafica, il linguaggio e la letteratura odierne debbano molto all'insegnamento futurista.

Antonio Saccoccio ha detto...

carissimo, lascia pure perdere gli anonimi vili commentatori.
i loro attacchi sono la testimonianza di quanto ancora oggi dia fastidio a tutti il Futurismo.
Noi continuiamo a rinnovare.

ad futurum

smemorato ha detto...

l'anonimo mi ha dato l'occasione per riempire qualche suo vuoto... ;o)

conservare è facile è rinnovare che è difficile caro Antonio.

Anonimo ha detto...

Se in Italia il Futurismo fu fascita in Unione Sovietica fu comunista.Pertanto è evidente che la carica degli ideali futuristi era rivolta al cambiamento.Successivamente comunismo e fascismo hanno congelato il dinamismo degli ideali futuristi.Interessanti sono gli scritti di Prezzolini e di Gramsci sul Futurismo.
Ahi Ceglie...

smemorato ha detto...

Carissimo ahiceglie, grazie per il tuo prezioso contributo, io sono del parere che la cultura informa la politica e non viceversa, quando la politica ha voluto "guidare" l'arte la prima cosa che è venuta a mancare è stata l'originalità: tarpare le ali a questa vuol dire fermare il progresso dell'umanità.

Antonio Saccoccio ha detto...

non è vero che il futurismo in Italia fu fascista.
fu il primo fascismo (quello rivoluzionario e diciannovista) ad essere futurista.

poi il resto lo conosciamo tutti. (?)

un saluto a tutti gli amici futuristi e net.futuristi